incontro con la sezione pugliese dell’ “AFNI – Associazione fotografi naturalisti italiani”
Nel corso della serata il coordinatore, Fabrizio Cillocon altri Autori, presenteranno il loro libro “Il colore degli Dei”, con video proiezione delle fotografie più belle.
l’ADIRT invita Soci e Amici all’annuale Festa del Tesseramento. Ospite della serata sarà Chiara Liuzzi, musicista, cantante e docente di Canto Jazz presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce.
La nostra Ospite condividerà un progetto di ricerca sulle “Ninna Nanne”, veri e propri canti d’amore, risalenti a tempi molto lontani, trasmesse da una generazione ad un’altra.
Un rituale a conferma di come la vicinanza fisico-affettiva attraverso il canto favorisca la calma, la rassicurazione e la fiducia nel risveglio.
Un Giallo contemporaneo con un rilevante fondale storico “Lo strano delitto delle sorelle Bedin”di Chicca Maralfa. Conl’Autrice
MARTEDI 14 novembre, ore 17:30. In Sede
“C’era una volta la città. Una storia di cui siamo spesso inconsapevoli protagonisti”
ConGiandomenico Amendola
MARTEDI 21 novembre, ore 17:30. In Sede
LeggerMente: gruppo di lettura
VENERDI 17 novembre, ore 17:30. In Sede
ASSEMBLEA ORDINARIA dei Soci per discutere e deliberare sul seguente O.D.G.:
– Bilancio 2022 : relazione della Presidente e del Collegio sindacale sul Bilancio d’Esercizio chiuso al 31/12/2022. lettura e approvazione del Bilancio.
Hanno diritto di voto i Soci in regola con il pagamento della quota sociale per l’anno 2022. Per statuto, ciascun Socio può rappresentare, con delega scritta, fino ad un massimo di tre Soci.
– Proposte di candidature per il Rinnovo degli organi di governo della nostra Associazione
-Varie ed eventuali
MARTEDI 28 novembre, ore 17:30. In Sede
“Maria: la Fanciulla, la Madre, la Regina” Un percorso iconografico sulla figura di Maria di Nazaret. Con Nicola Montuori
30 Dicembre 2023 – 3 Gennaio 2024 E’ in preparazione il Viaggio: “La Rimini di Fellini, la Valmarecchia di Tonino Guerra “. Il regista che ha incantato il mondo e la straordinaria fantasia poetica di chi lo ha affiancato in tanti film.
E’ importante, per motivi organizzativi, conoscere se vi è interesse e disponibilità a questo nostro “Andare”.
Informazioni e prenotazioni telefoniche:
339.4029450 338.6092628 338.4639612
Associazione Difesa Insediamenti Rupestri e Territorio Via Istria 6 Bari 70121 info@adirt.it www.adirt.it
nella Chiesa rupestre di Santa Candida, si inaugura la Collettiva d’Arte “I Santi ritrovati”.
Santa Candida è stato uno dei luoghi oggetto di conoscenza e difesa dei primi anni dell’Adirt che aderisce con piacere all’invito dell’Archeoclub che ne cura da tempo il luogo.
Ci ritroviamo pertanto alle 10:00 su via Giulio Petroni, presso laChiesa di Don Guanella per poi dirigerci subito dopo a destra su Viale Generale Dalla Chiesa che va percorso tutto fino a un parcheggio auto. Da qui, a piedi, ci dirigeremo verso Santa Candida.
Museo multimediale Paglicci: reperti originali della Grotta Paglicci, un giacimento risalente al Paleolitico ricco di graffiti, unico nel panorama italiano.
Il centro storico di Rignano
Pranzo libero
Pomeriggio: Santuario di San Matteo Apostolo sull’antica “Via Sacra Langobardorum “fondato sulle pendici del Monte Celano per accudire i pellegrini che dalla fine del sec. V salivano al Gargano diretti alla Grotta dell’Arcangelo Michele a Monte Sant’Angelo
Cena e pernottamento in hotel
SABATO 17 giugno
Dopo la prima colazione saremo alle Cave di Apricena con lo scultore Francesco Granito
Pranzo libero
Pomeriggio: Convento Santuario Santa Maria di Stignano
San Marco in Lamis
Cena e pernottamento in hotel
DOMENICA 18 giugno
Lago di Lesina
in barca per ammirare la bellezza della laguna, un habitat eccezionale per flora e fauna.Il Borgo.
le associazioni ADIRT e MAR di LEVANTE hanno ottenuto dal Comune di Bari la possibilità di visitare
SABATO 27 maggio2023
il restaurato Mercato del pesce in piazza del Ferrarese.
Attualmente l’edificio non è ancora aperto al pubblico quindi l’occasione è davvero imperdibile.
La visita sarà guidata da Giuseppina Caliandro, Maria Franchini e Francesca Radina che, a diverso titolo ed con altri tecnici del Ministero della Cultura e maestranze qualificate, si sono occupate della restituzione del monumento alla città.
La visita solo per i Soci dura circa 45 minuti ed inizierà intorno alle ore 10:00.
Sarà assolutamente gratuita, ma bisognerà prenotarsi perchè in base alle adesioni valuteremo se prevedere più turni di ingresso.
In prossimità della visita poi vi comunicheremo l’ora precisa di ingresso ed il punto di ritrovo.
Potrete prenotarvi rispondendo con un Whatsapp al 339.4029450 oppure alla mia mail luciaaprile@alice.it
Tesori di archeologia e arte nei musei di MONOPOLI
“Egnazia e il mare”nel Museo Archeologico di EGNAZIA
Sabato 4 Marzo 2023
A cura di Angela Mengano
Iniziamo la scoperta delle bellezze storico-artistiche di Monopoli dal Museo Diocesano, attualmente diretto dalla dottoressa Miranda Carrieri, amica illustre della nostra associazione, archeologa che vanta nel suo curriculum la direzione di aree archeologiche tra le più significative della nostra regione come Egnazia e Canne della Battaglia.
Nelle ampie sale del pianterreno e del primo piano sono in mostra oggetti liturgici in argento, antifonari del ‘500 (da notare gli “spartiti” su tetragramma, predecessore del pentagramma); i sigilli del vescovo Giamporcaro, un cognome presente nella mia giovinezza; opere di Finoglio, Fracanzano e altri nella sala della pittura napoletana; nella sala della pittura veneta, un’opera di Francesco Vecellio, fratello del più noto Tiziano e il “San Girolamo nello studio e donatore”, capolavoro di Lazzaro Bastiani: alla fine del percorso museale un piccolo rotolo pergamenato recante notizie sull’opera ci verrà offerto in omaggio da Miranda Carrieri. Infine, la biblioteca settecentesca del vescovo Pedicini che conserva rari volumi stampati tra il ‘500 e l’800 (e qui ho notato, tra gli altri, alcuni volumi con la dicitura Un tesoro di Verità – Dalena, un vescovo antenato della mia amica Mariella). Non abbiamo potuto ammirare, invece, la preziosa stauroteca in argento dorato e smalti cloisonnè del X secolo, ancora in prestito al museo Reiss-Engelhorn di Mannheim per la mostra “I Normanni – una storia di mobilità conquista innovazione” . Oltre alla stauroteca di Monopoli, leggo sul sito della mostra che da Bari, e precisamente dal museo della Basilica di San Nicola, é anche partito un altro prezioso pezzo, la corona votiva di Ruggero II del XII secolo.
Nell’intervallo tra le due parti della visita (museo diocesano e museo di Romualdo) diamo un’occhiata alla Cattedrale, che molti di noi già conoscono. Vale la pena però di soffermarsi almeno nella scenografica Cappella sopraelevata della Madonna della Madia, * trionfo del barocco napoletano (come tutta la chiesa del resto). Ai due lati dell’icona bizantina della Madonna con Bambino, giunta dal mare a bordo di una zattera di tronchi robusti, stanno le due statue di San Michele e San Giuseppe con Gesù bambino, opera di Michele Sammartino, lo stesso scultore del Cristo velato della cappella Sansevero a Napoli.
Nel Museo di Romualdo, ubicato nel Soccorpo della Cattedrale, emerge una straordinaria stratificazione di secoli, effetto di scavi più o meno recenti che, al di sotto della chiesa settecentesca, hanno riportato alla luce la chiesa romanica fatta costruire dal vescovo Romualdo su tombe di epoca altomedievale ellenistica e messapica, risalendo sino all’età del bronzo (cui sono riferibili le buche circolari da palo per reggere le capanne). Qua e là si possono ammirare splendidi reperti, primo fra tutti la stupenda architrave romanica suddivisa in cinque sezioni narranti la vita di Cristo (Profezia Deposizione Resurrezione Anastasi Peccato). Interessante notare, tra l’altro, i soldati romani vestiti come normanni, un esempio di trasposizione temporale nell’ opera d’ arte, un po’ come oggi spesso si incontra nelle regie teatrali d’opera. Nelle teche una sfilata di oggetti sacri pregiati e di grande bellezza; la collezione privata Brigida con materiale di scavo dal settimo al secondo secolo a.C.; i manichini da rivestire per le immagini sacre durante le rituali processioni.
In anteprima, grazie alla cortesia di Miranda Carrieri, possiamo anche ammirare un complesso di reliquiari – dalla collezione privata Anselmo Camicia – non ancora catalogati ma già pronti per l’ esposizione al pubblico. Infine la cappella della Confraternita del Santissimo Sacramento, predisposta quale sepolcreto per ospitare defunti, ma mai utilizzata a causa delle leggi napoleoniche.
Dopo il gradevolissimo pranzo in collina al ristorante “La mia Terra”, il pomeriggio é dedicato al Museo Archeologico di Egnazia, intitolato a Giuseppe Andreassi, e in particolare la nuova sezione Egnazia e il Mare nell’ allestimento del talentuoso milanese Studio Azzurro, che attraverso l’uso dei nuovi linguaggi tecnologici ci dà la sensazione di una immersione totale in ambiente subacqueo.
La visita é anche occasione per riammirare gli strepitosi reperti custoditi nel museo e molto ben presentati e illustrati. Meritano una menzione speciale tra gli altri l’anello in oro, forse appartenuto a un pellegrino, col castone a forma di tempietto richiamante il Santo Sepolcro di Gerusalemme; un piccolo gruppo scultoreo in terracotta raffigurante la scena di un banchetto, rinvenuto all’esterno di una tomba messapica; la testa di Attis in marmo bianco (II secolo d.C.); un mosaico con le Tre Grazie del IV sec. d.C. Nelle fondazioni del museo è inoltre inglobata una tomba a camera messapica del IV sec. a.C., la cosiddetta Tomba delle Melagrane, con tracce di pittura policroma che mostrano i beneauguranti frutti del melograno.
* madia non vuol dire – come si potrebbe facilmente immaginare – dispensa; ma sembra derivare dallo spagnolo “almadìa” che vuol dire “insieme di legni, zattera”.
Pinacoteca Metropolitana Corrado Giaquinto, Lungomare N. Sauro, IV piano “Parole Nomadi”, mostra di Agnese Purgatorio. L’artista, che sarà peraltro la nostra guida, racconta con un linguaggio contemporaneo e con grande delicatezza il ruolo delle donne nella società, la marginalità degli ultimi, i conflitti sociali, i migranti e le guerre.
VENERDI 19 Maggio, ore 17:30
nella nostra sede, in via Istria n.6 “Richard Wagner. Il genio, il mito, il dramma.” Con Adele Boghetic,scrittrice, musicologa e germanista.
VENERDI 26 Maggio, ore 17:30
nella nostra sede in via Istria n.6 “Controra”, il libro di Katia Ricci ambientato a Rignano Garganico: una storia personale e collettiva. Con l’Autrice
Appuntamento alle ore 10:00 di Sabato 13 Maggio, presso la Sede Adirt, in Via Istria n.6.
Visiteremo:
in via Arcivescovo Vaccaro n. 20, la Bottega di Ino Conserva, matematico e pittore per passione, una passione fortemente sentita ed esplicitata in special modo nella forma del ritratto.
in via Dalmazia n. 31, lo Studio d’arte di Francesco Granito di Apricena che realizza con la pietra della sua terra sculture che hanno la leggerezza di un velo. Uno scontro-incontro tra forza di gravità della Terra e la forza creativa dell’Arte.
Se finalmente torniamo a Napoli lo dobbiamo a Lucia che in questi tre anni di stallo, causa Covid 19, non ha mai smesso di dialogare con i partner napoletani (albergo, guide etc) a suo tempo contattati. Il programma é stato ritoccato, alcune mostre nel frattempo sono andate perse, sostituite però con bellissime stimolanti nuove proposte, e ritroviamo persino cambiato il nome dell’albergo che da Mediterraneo tout court è diventato Renaissance Mediterraneo.
Il benvenuto ce lo dà la pioggia, ma dura poco: all’ uscita dalla mostra di Artemisia, tornerà il sereno.
Appuntamento in hotel con le due guide, Maria e Antonella, che subito ci dividono in due gruppi. La mostra “Artemisia Gentileschi a Napoli” é a palazzo Piacentini a via Toledo, sede delle Gallerie d’Italia ed ex Banco di Napoli. Io sono nel gruppo di Maria: vivace, preparata, napoletana verace; le sue spiegazioni sono spesso intercalate da colorite espressioni napoletane.
La Gentileschi visse a Napoli tra il il 1630 e il 1654. Per questo giustamente si è voluto dedicare alla pittrice questa grande mostra nella città dove visse a lungo e morì. Alle 21 sue opere esposte fanno da contraltare le tele degli artisti contemporanei attivi in città (in primo luogo Stanzione, Cavallino e Finoglio) e questo rende bene il contesto artistico partenopeo dell’epoca. Tra loro anche una donna, Annella De Rosa (presente in mostra con Il ratto d’Europa) con cui la Gentileschi entra in contatto nei suoi anni napoletani.
Molti i soggetti femminili ritratti nelle opere in mostra, dalle sante alle eroine dell’Antico Testamento e del mito; notevole la tela del San Gennaro che ammansisce le belve, parte di un ciclo dipinto per la cattedrale di Pozzuoli. Emerge una potente sensibilità femminile che l’epoca in cui visse e le difficoltà affrontate per imporsi fanno ancor più risaltare. Questa mostra fa emergere in modo molto evidente la statura artistica di Artemisia, finora forse nota soprattutto per le dolorose vicende della sua vita.
Nella Galleria Umberto, dove ancora resistono le reminiscenze dei fasti di un vecchio café chantant, il salone Margherita, una targa commemorativa del comune di Napoli rende omaggio alla scrittrice e giornalista Matilde Serao.
Costeggiando il teatro San Carlo, ancora chiuso per restauri, e dopo una breve sosta allo storico Caffé Gambrinus visitiamo palazzo Zapata, sede del MUSAP (Museo Artistico Politecnico), creato dalla Fondazione Circolo Artistico Politecnico Onlus, testimonianza della vita artistica e letteraria napoletana dall’ Ottocento ad oggi, con sale fastosamente arredate (una di queste dedicata a Matilde Serao) e una ricca collezione di opere d’arte, dipinti e sculture, documenti fotografici, oggetti.
Tempo libero fino alla cena, servita nel ristorante dell’albergo e accolta con apprezzamento unanime con menzione speciale per il branzino all’acqua pazza.
SABATO 11 marzo 2023
Prima colazione sulla terrazza panoramica, tra casatielli, sfogliatelle e l’imperdibile spettacolo del Golfo ai nostri piedi. Alla fine mi metto al pianoforte e strimpello due canzoni rigorosamente napoletane, Santa Lucia luntana e Reginella, le prime che mi vengono in mente. Puntuali, le due giovani guide vengono a prenderci in albergo. Il giro di oggi parte da via Foria, davanti a Porta San Gennaro, affrescata da Mattia Preti, partenza naturale per la visita al Rione Sanità, posta com’è di fronte al borgo delle Vergini. E qui ci viene svelata l’origine della denominazione “Sanità”, apparentata con “santità”, evocazione di salubrità dell’aria per la vicinanza alla collina di Capodimonte e luogo di sepoltura con presenza di catacombe. Finalmente alla Sanità, mitico quartiere dove ai tempi dei miei studi universitari ma anche fino a non molto tempo fa non si osava entrare. Oggi, con il progetto San Gennaro Extramoenia e con il restauro di importanti monumenti come le catacombe di San Gennaro,San Gaudioso e San Severo e con il contributo determinante di persone come don Antonio Loffredo, parroco della Basilica di Santa Maria alla Sanità, si é messo in moto un circuito virtuoso che ha coinvolto i giovani del quartiere creando occasioni lavorative e di riscatto sociale. Il quartiere accoglie con la sua vivacità travolgente e lascia un’impronta indimenticabile in chi lo visita: il mercato dei Vergini con i limoni che fecero innamorare Goethe e i pesciolini che guizzano nelle vasche; la lava dei Vergini che invase le strade di pietre e fango; il palazzo dello Spagnolo,
set di tanti film, con il progetto di un museo dedicato a Totò, nato nel quartiere; il palazzo Sanfelice, reso popolare dalla fiction di RAI Uno Mina Settembre…finchè siamo nel cuore del rione Sanità, nella piazza dove si fronteggiano da un lato la chiesa di Santa Maria alla Sanità (anche detta San Vincenzo alla Sanità) e dall’altro i murales di Tono Cruz (Luce, Totò e Peppino dalla scena de La Banda degli Onesti). Li ammiriamo, mentre aspettiamo di poter entrare in chiesa dopo l’uscita di un funerale. Ci attendono, per la visita guidata, i ragazzi della Cooperativa La Paranza: ci ringraziano perchè con la nostra visita abbiamo loro consentito un incremento dei soci. La cooperativa gestisce, oltre alla visita delle catacombe, una serie di altre attività tra cui una casa editrice (tra le ultime uscite “Vico esclamativo” di Chiara Nocchetti, edizioni San Gennaro, che racconta 24 storie di cambiamento) e un B&B, “La casa del Monacone” in via Sanità 124, restaurata da Riccardo Dalisi, figura chiave dell’arte dell’architettura del design, recentemente scomparso. Ma nel rione é stata anche creata un’orchestra giovanile, Sanitansamble, sul modello didattico del progetto Abreu nato in Venezuela da un’idea di Claudio Abbado. All’interno della chiesa cinquecentesca é inglobata la chiesa paleocristiana, scendiamo nei sotterranei per visitare le catacombe di san Gaudioso (santo africano e patrono del rione Sanità) che rispecchiano il particolare rapporto della gente di Napoli con il mondo dell’aldilà. Nella “galleria” degli “scheletri” ci viene indicato quello che si dice abbia dato a Totò ispirazione per comporre ‘A Livella”
(..Cca’ dinto, ‘o vuuo capì ca simmo eguale?…)
Completiamo la visita in sacrestia con il monumentale bel “Presepe Favoloso”, opera della bottega La Scarabattola dei fratelli Scuotto, definiti dal maestro De Simone “dioscuri in jeans”: ci giriamo intorno perchè attorno alla Natività ospita in tutti i quattro lati una miriade di pupi e pastori anche ispirati all’attualità.
Dopo la pausa pranzo, rimanendo nel centro storico andiamo a visitare il complesso di Donnaregina Nuova e Vecchia, con le due chiese gotica e barocca. Il gotico di Donnaregina è tra i primi esempi dell’epoca: splendido il sepolcro di Maria d’Ungheria di Tino da Camaino con la sfilata di piccole statue dei figli della regina; il coro delle Clarisse e la cappella Loffredo con affreschi trecenteschi attribuiti alla scuola di Giotto e del Cavallini; la chiesa barocca, sconsacrata, ospita il Museo Diocesano con una galleria di magnifiche opere d’arte tra cui il San Zosimo di Antonello da Messina, in prestito da Siracusa.
Relax in albergo, tranne per chi non rinunzia a fare un ultimo giro per Napoli.
La cena del sabato sera, molto affollata, alla trattoria Medina, poco distante dall’albergo, ci offre una buona varietà di cibi sfiziosi di verace napoletanità. L’atmosfera é chiassosa e vivace; forse riflette l’euforia di una città che, rivivendo il mito di Maradona, santo protettore della città con San Gennaro, pregusta la conquista dello scudetto per la squadra del cuore.
DOMENICA 12 marzo 2023
Una scoperta straordinaria e non programmata, per la necessità di modificare il programma delle giornate napoletane a causa dello spostamento della mostra di Capodimonte sui pittori spagnoli a Napoli: l’ex Ospedale di Santa Maria della Pace, con cui completiamo la visita di qualche anno fa alla Farmacia Storica degli Incurabili, entrambi parte integrante del Museo delle Arti Sanitarie.
Scendiamo dal pullman nei pressi di porta Capuana e di là, a breve distanza, saliamo lo scalone del palazzo nobiliare donato dalla regina Giovanna al suo amante Sergianni Caracciolo, tramutato poi in ospedale dall’ordine ospedaliero spagnolo-portoghese di San Giovanni di Dio. La fortuna ci offre una guida di eccezione per la visita della sala del Lazzaretto, riaperta da poco al pubblico, il professor Gennaro Rispoli, chirurgo, ispiratore e direttore del Museo delle Arti Sanitarie. Con l’aiuto della sua illustrazione colta e illuminante scopriamo il percorso espositivo della mostra “Pianeta Pandemia. Storie virali di contagi e rimedi “ (per augurare salute ai visitatori con lo spirito napoletano, sottolinea il prof. Rispoli). Pannelli, ricostruzione di ambienti (anche case di tolleranza con dovizia di particolari), oggetti e tanto altro, il tutto diviso in due sezioni (Storie di Epidemie e Storie di Vaccini). Un viaggio interessante nella storia della medicina e della ricerca scientifica. Straordinario é il contenitore, una sala immensa lunga quasi ottanta metri, con volta affrescata e raffigurazioni di Vergine e Santi; notevoli il ballatoio che corre lungo le pareti laterali e che consentiva al personale di somministrare agli infettivi viveri e medicine tenendosene a debita distanza; la maschera dal lungo becco adunco che veniva indossata dai medici curanti, e che che conteneva erbe curative che si pensava filtrassero aria infetta; il presepe con pastori malati e medici in costumi settecenteschi, e tanto altro. E qui Maria, la nostra guida, ci affascina con la sua bella voce impostata cantandoci un classico napoletano, “Era di maggio”. La visita prosegue, si arriva al Covid 19, che tanto brutalmente ha inciso nelle nostre vite: emerge, dalle parole del prof. Rispoli, una considerazione che non si può che condividere, sulla difficoltà costante, nel tempo, di gestire le emergenze attraverso la difficile e complessa cooperazione tra scienza medica e autorità politica.
Nel nostro gruppo ci sono anche dei medici che intervengono scambiando col prof. Rispoli commenti e notizie sui comuni colleghi. Il direttore dell’Hotel-Dieu di Parigi, uno degli ospedali storici più antichi al mondo, tuttora in attività, è venuto a visitare la Sala del Lazzaretto rimanendone fortemente affascinato. In questo luogo così particolare é stata girata, per suggerimento del prof. Rispoli, la fiction “L’amore che guarisce” (protagonista Giuseppe Fiorello) dedicato alla vita di Giuseppe Moscati, il medico dei poveri proclamato santo.
Dall’ex Ospedale della Pace a Santa Caterina a Formiello, ultima nostra meta partenopea.
E’ un complesso ben articolato, con la chiesa rinascimental-barocca, l’antico lanificio ormai dismesso, unico esempio di archeologia industriale borbonica nella città rispetto a San Leucio, il chiostro rivitalizzato dalla fondazione Made in Cloister con mostre di arte contemporanea, ora con la mostra Composing Bioethical Choices dell’ucraino Aljoscha , una denuncia della guerra, realizzata nei primi mesi di conflitto con gli studenti delle scuole di Kiev.
Nel viaggio di ritorno sostiamo a Vallesaccarda, dove il grande Minicuccio ha apparecchiato per noi la tavola del pranzo, ricca, varia e gustosa come sempre.
che con il suo Saggio “Arte per il Pianeta“ (editore Meltemi 2023) prosegue la trilogia sulla cura iniziata con “Fotografia come Terapia” (2018) e “Vederscorrere, l’arte che salva” (2021). L’arte impegnata sul fronte della sostenibilità ambientale ripensa i corpi e le soggettività, i tempi, gli spazi, le connessioni tra specie vegetali e animali per affrontare le attuali criticità.
Lo spettatore è sollecitato a vivere le opere come esperienze necessarie per sopravvivere nelle mutate condizioni planetarie.
Gianni Signorile, esperto di etnobotanica e profondo conoscitore di questi luoghi, racconterà il fragno, i peri selvatici, le orchidee e le essenze rare e, soprattutto, racconterà dell’acquisto del bosco condiviso, che ha visto coinvolte 350 persone di tutta Italia, alcune dall’India, dall’Egitto e dalla Francia.
Nino Rota e Bari, attraverso il Racconto di Tino Sorino e Pierfranco Moliterni. Tino Sorino nei suoi testi “In seicento o a spasso con Nino Rota” e “ Nell’intimità di Nino Rota. Curiosando ancora tra le carte di Prudenzina Giannelli” (NeP edizioni 2022), traccia una biografia intima di Nino Rota e dei suoi amici di Puglia.
Pierfranco Moliterni con il suo “Nino Rota. L’ingenuo candore di un musicista” (Edizioni Radici Future 2020), si sofferma sul musicista e sul suo stile “inattuale” rispetto alle avanguardie e ai novecentismi della musica contemporanea oltre che sul Direttore del Liceo Musicale e del Conservatorio di Bari.
Il 25 marzo è il DanteDì, la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri. La data è quella che gli studiosi riconoscono come inizio del viaggio nell’aldilà della Divina Commedia ed è l’occasione per ricordare in tutta Italia e nel mondo il genio di Dante con tante iniziative, anche on line, organizzate dalle scuole, dagli studenti e dalle istituzioni culturali.
Per il “DanteDí“, l’ADIRT invita Soci ed Amici, Sabato 25 marzo, presso la nuova sede in via Istria n.6, a condividere ad alta voce brevi letture, di Dante e su Dante, portate dai Partecipanti.
Sarà una bella occasione per riprendere i libri della Commedia da qualche mensola poco frequentata della libreria, per ricordare e scegliere i versi da leggere insieme nell’incontro di sabato, facendo rivivere alcuni versi nella lettura ad alta voce.
Martedì 21 marzo alle ore 17:30, l’Adirt nella nuova sede in Via Istria n. 6, presenta “Una lettera da Gimma” di Antonio Pofi. A cura di Gianni Pofi.
Un racconto autobiografico narrato con sincerità e semplicità. La storia di una vita travagliata e coinvolgente, da cui traspare il carattere tenace, la ricerca di realizzazione professionale, la volontà di riconoscimento sociale che ha sempre sostenuto l’Autore.
Ma nella narrazione si specchiano anche i grandi rivolgimenti politici, sociali e di costume avvenuti in Italia nel XX secolo, dalle miserie dell’arcaica società contadina del meridione alle illusioni del ventennio fascista e del colonialismo italiano, dalle resistenze alla modernità dei grandi latifondisti agli entusiasmi della ricostruzione post-bellica degli anni ’50 – ‘60
Risalta nel racconto una preziosa testimonianza su drammatici quanto quasi sconosciuti episodi di atroce violenza avvenuti tra prigionieri italiani in Kenya nel 1943-1944.
Michele Cecere dialogherà con Gianni Pofi. Letture di Lucia Aprile.
Il 9 marzo 2020 iniziava il lockdown. Ci siamo ritrovati chiusi in casa, la nostra vita “normale” spazzata via, i nostri viaggi di conoscenza svaniti nel nulla.
Ora, dopo tre anni, ci riproviamo partendo proprio da quell’ultimo viaggio a Napoli, rimasto quasi sospeso in una dimensione irreale.
A Napoli il mito non è mai distante dal reale. Italo Calvino diceva chele città non sono solo un labirinto di strade, ma anche un paesaggio dell’anima.
“Ecco dove avrebbe voluto trovare casa, perche lì la Sanità sa come da nessun’altra parte di ventre materno, primogenitura, principio di un lunghissimo passato mai passato, silenzio e tumulto di un fuoco che continua a covare sotto la cenere.” Ermanno Rea, Nostalgia
IL VIAGGIO
VENERDI 10 marzo 2023, partenza.
Arrivo a Napoli intorno alle 12.00
Percorso a piedi per raggiungere Gallerie d’Italia dove visiteremo la Mostra “Artemisia Gentileschi a Napoli”
A seguire passeggiata a Toledo sulla tematica relativa ai Luoghi legati a Matilde Serao (Angiporto Galleria/Piazzetta Matilde Serao, Galleria Umberto).
Visita al MUSAP – Museo Artistico Politecnico di Napoli a Palazzo Zapata, la storia di Napoli in un viaggio immaginifico dalla Belle Epoque all’arte contemporanea. “Immergersi nelle preziose sale di MUSAP è come tuffarsi in un luogo fuori dal tempo”
SABATO 11 marzo2023
Transfer in bus al Rione Sanità – La Basilica di Santa Maria della Sanità un autentico museo della pittura napoletana del XVII secolo, con preziosi quadri, tra gli altri, di Luca Giordano e Andrea Vaccaro, e la prima rappresentazione napoletana della Madonna con Bambino
Catacombe di San Gaudioso, una delle antiche aree cimiteriali di epoca paleocristiana, IV-Vsec. Le Catacombe di Napoli sono gestite da Padre Loffredo e dai 39 ragazzi della Cooperativa La Paranza che hanno creato un circolo virtuoso che ha fatto conoscere e valorizzare anche tutte le altre bellezze dello storico quartiere cittadino riconosciuto dall’Unesco patrimonio dell’umanità
Visita al Complesso Monumentale Donnaregina, un percorso storico-artistico di oltre tre secoli, all’interno di una vita conventuale e monastica di grande interesse.
DOMENICA 12 marzo2023
La Sala del Lazzaretto dell’ex Ospedale della Pace dove è allestita una mostra permanente sulla storia della grande tradizione medica napoletana.
Chiesa di Santa Caterina a Formiello e Fondazione per l’arte contemporanea Made in Cloister che ha recuperato e restaurato in parte il chiostro di Santa Caterina, consentendo, attraverso un complesso progetto, lo sviluppo di attività artistico-artigianali all’interno del chiostro stesso e dove è visitabile la mostra site specific Composing Bioethical Choices dell’artista ucraino-russo Aljoscha
“Egnazia e il mare”, Museo Archeologico di Egnazia
Ore 8:30 Partenza con autobus da Largo Sorrentino / Ore8:45 da Largo 2 Giugno
Ore 10:00MONOPOLI.
– Il Museo Diocesano. Sala della Pittura Napoletana: opere di Paolo Finoglio, Giambattista Lama, Andrea Miglionico, Alessandro Fracanzano, a testimoniare i consolidati rapporti di Monopoli con la capitale del Regno, le sue botteghe ed i suoi artisti.
Sala della Pittura Veneta:sono esposte opere di Palma il Giovane, Francesco Vecellio, Paolo Veronese, Costantino da Monopoli.
Al piano terra preziosi oggetti in argento utilizzati per la liturgia, gli antifonari cinquecenteschi con le melodie legate alle celebrazioni.
Suggestiva poi la storica Biblioteca Mons. Pedicini con volumi rari stampati tra il 1500 e il 1800, rimasta inalterata per due secoli.
– Il Museo di Romualdo è allestito nel soccorpo della Concattedrale barocca dove- , grazie alle ricerche archeologiche svolte durante gli interventi di restauro, sono state riportate in luce :
un abitato di capanne dell’età del bronzo (XV sec. a. C.) e una piccola area con livelli di frequentazione dell’età del ferro (XI-VIII sec. a. C.). Ubicate nei vari ambienti vi sono tombe del V e del III secolo a. C. ed anche resti del sepolcreto altomedievale da riferire alla prima chiesa sorta in quest’area.
Il particolare allestimento consente di visionare i reperti nello stesso luogo nel quale sono stati rinvenuti e di ripercorrere a ritroso la storia della città.
Pranzo o sul mare o in campagna
POMERIGGIO
–Museo Archeologico Nazionale di Egnazia dove visiteremo la nuova sezione «Egnazia e il mare» al piano interrato che amplia e approfondisce il rapporto della città con il mare, che nel museo era solo accennato.. Ed è proprio l’idea di immersione totale quella da cui parte l’allestimento delle sale, di fatto la ricostruzione di un paesaggio sottomarino tra i riverberi del soffitto ondulato e la proiezione interattiva di uno specchio d’acqua in movimento, teche con reperti recuperati e ancora avvolti nelle reti, in uno scenario dagli effetti multimediali curati da Studio Azzurro, gruppo fondato a Milano nel 1982 “bottega d’arte contemporanea” che si esprime con i linguaggi delle nuove tecnologie.
Il quartiere è il Madonnella, la via è Istria, il numero è il 6.
La inaugureremo
MARTEDI 14 febbraio 2023 alle ore 18:00.
In tale occasione racconteremo anche il nostro progetto di questo 2023. L’Adirt ha compiuto 40 anni che vogliamo ricordare tornando indietro nel tempo non per nostalgia ma per verificare che cosa è accaduto di tutti quei luoghi oggetto della nostra attenzione e del nostro impegno : gli Insediamenti rupestri di Via Omodeo e di Santa Candida, le Lame e le Gravine, il Fortino aperto alla città, la Muraglia chiusa al traffico, le chiese chiuse di Bari vecchia, il Museo archeologico, il Murattiano, l’Archeologia industriale , le Ville di Corso Benedetto Croce, le Periferie, Loseto, il rapporto di Bari e il suo mare … Vi aspettiamo.